lunedì 30 gennaio 2012

Super Nevicata








 








Era da anni che non si vedeva una nevicata così a Torino e provincia, 36 ore di nevicata continuativa, pare che con molto ritardo l'inverno sia arrivato, visto che nei prossimi giorni è previsto che la temperatura  arrivi a toccare i - 15 °C, che gelo!!!
In questi casi non ci restano che due possibilità: una romantica passeggiata  sotto la neve e restare a casa al calduccio.
Noi abbiamo fatto entrambe le cose, sabato siamo andati in centro in metro per assistere allo spettacolo
 "Riccardo III", bello veramente bravi, una compagnia amatoriale che seguo da diversi anni, sono cresciuti nel tempo fino ad arrivare a quest'ultimo spettacolo degno di una compagnia professionista, il protagonista assolutamente perfetto, in eccepibile anche la scelta fatta per creare movimento in una scenografia assolutamente immobile.
Usciti dal teatro, la Cavallerizza, da via Verdì sbuchiamo direttamente in vi Po, di fronte da Fiorio e come farsi mancare la prima cioccolata calda in questa splendida caffetteria in stile, le cui salette ti riportano indietro ai tempi dell'unità d'Italia, il tempo era adatto, la compagnia perfetta la cioccolata amara anche.

Continuammo la nostra passeggiata, sotto i portici, Torino è famosa per i suoi 18 Km di portici di cui 12.5 continui.
Da via Po, passando per piazza Castello, proseguiamo la nostra camminata  in via Roma per poi raggiungere la nostra fermata del metro all'angolo con corso Vittorio Emanuele II, non abbiamo fretta tanto la domenica mattina si dorme.
Il risveglio di domenica è spettacolare non ha smesso di nevicare un attimo, andrà avanti tutto il giorno fino a tardo pomeriggio e io mi dedico alle mie passioni, la cucina, preparo l'ultima fase dell'impasto del pane, io faccio il pane con la pasta acida per cui devo iniziare il procedimento sabato mattina per infornare il pane verso mezzo giorno, ma il profumo che si diffonde per tutta casa è impagabile e guardarlo cuocere nel forno è come una magia tant'è che ogni tre per due distolgo Albi dalle sue cose perchè venga a vederlo,
ma prima d'infornare il pane preparo la torta di mele.

Ingredienti:
3 uova
200g di zucchero
200g di farina
la buccia di un limone
1 vasetto di yogurt
100g di mandorle (op noci)
70gr di olio d'oliva (op burro)
1 bustina di lievito per dolci
4/5 amaretti

Procedimento:
Tagliare a fettine sottili le mele e metterle da parte.
Polverizzare lo zucchero con le mandorle e la buccia di limone, aggiungervi le uova e montare il tutto fino ad ottenere una crema liscia e spumosa, aggiungere il vasetto di yogurt e la farina setacciata, continuare a mescolare fino a completo assorbimento, a questo punto unire l'olio e in ultimo il lievito, amalgamare bene il tutto.
Mettere in una teglia precedentemente imburrata e infarinata, metà del composto ottenuto, ricoprire il tutto con le mele avendo cura di disporle in modo uniforme e sbriciolarvi sopra gli amaretti, ricoprire con l'impasto avanzato e infornare in forno già caldo a 180 gradi per 40 minuti.
Verificare la cottura con uno stuzzicadente e a cottura ultimata lasciare raffreddare, a raffreddamento ottenuto ricoprire con zucchero a velo.
buona merenda

martedì 24 gennaio 2012

Diventerò mamma



Ecco una di quelle notizie  che cambia la tua vita, ovviamente è assolutamente desiderato e cercato ma per quanto lo desideri non sei mai abbastanza preparata a quelli che saranno i cambiamenti del tuo corpo e gli stati emozionali che ti pervadono come onde in piena.
Il mio compagno dice che che fin da subito, io sono all'8 settimana, è come se avessi sempre le cuffiette, come quegli adolescenti che hanno sempre la musica in cuffie e pensano ai fatti loro.
Io mi sento molto tranquilla ed effettivamente molte cose non sono più importanti ma superflue.
Da qualche giorno, quando sono in auto ho qualche paura, cosa strana per me visto che io guido tanto per lavoro, ora non più perché mi hanno confinato in ufficio, guidare mi piace, mi è sempre piaciuto.Ho i soliti timori da donna incinta, saremo capaci? Avere un figlio ti fa mettere dei paletti fermi nella tua vita, è una cosa da cui non si può tornare, devi occuparti di questo esserino ed aiutarlo a crescere e insieme a lui devi farlo anche tu, devi decidere che persona sei e mantenere una coerenza nelle tue idee, nei tuoi principi, perché dovraii essere il suo punto fermo e perché lui li metterà in crisi tutti.
E' sempre stato facile negli anni criticare i metodi educativi dei propri genitori ma ora che genitori  vogliamo essere?
Non voglio essere quel genere di donna  per cui la gravidanza è una cosa solo sua, anche se non è facile spiegare le cose che cambiano in me, io ho un riscontro reale su tutto minuto per minuto, lui per quanto contento ed entusiasta deve lavorare di fantasia e fare un'atto di fede e questo lo porta ad un approccio differente ma dolcissimo.
Ho quasi paura a parlare alla mia pancia  cose se potesse sparire da un momento all'altro, allora le faccio reiki tutte le sere in modo da creare un contatto energetico e mi prendo cura di noi con i fiori di Bach grazie alla mia amica Gina e porto con me una piccola tormalina nera in modo che resti all'interno del mio campo aurico, la tormalina ha il compito di allontanare le negatività sia quelle energetiche, campi elettromagnetici, che pensieri negativi, propri e degli altri .
Venerdì faremo la prima ecografia e finalmente lo vedremo e sapremo che è veramente qui con noi non solo un bel sogno.

giovedì 19 gennaio 2012

- 7 si mangia polenta


Secondo giorno in cui la minima tocca i - 7 °c è proprio ora di fare la polenta e questa sera preparerò al mio tesorino un bel piattino:
polenta al sugo di salsiccia

dosi per 2 per la polenta

500gr di acqua
250gr di farina di mais
1/2 cucchiaino di sale
una noce di burro

Portare ad ebollizione l'acqua salata, aggiungere la noce di burro e versare a pioggia la farina, molto lentamente in modo da evitare la formazione di grumi, mescolare con un cucchiaio di legno avendo cura di girare sempre nello stesso verso.
Dopo 40 minuti, senza mai smettere di mescolare, la polenta inizierà a staccarsi dai bordi, a questo punto sarebbe già pronta ma può restare sul fuoco ancora un 20 minuti, più cuoce e più è buona, a seconda del vostro gusto personale.

Sugo:

2 cucchiai d'olio
1/2 cipolla
1 spicchio d'aglio
alloro
250 gr di salsiccia (io questa sera uso quella di cavallo)
un barattolo di salsa di pomodoro
vino rosso
sale qb.

in un tegame mettere a soffriggere la cipolla, l'aglio e l'alloro, lasciar dorare e aggiungere la salsiccia tagliata a pezzi grossolani, far sigillare la carne e sfumare con un goccio di vino rosso, aggiungere la salsa di pomodoro, salare e lasciare cuocere a fuoco lento per un'oretta.


servire la polenta con il  sugo e accompagnare il tutto con del buon vino, noi stasera brinderemo con il nebbiolo.

buon appetito.





 
 ARTISTI ASSOCIATI PAOLO TRENTA
stagione teatrale 2011 - 2012 La Scatola Magica

presentano

RICCARDO III
di W. SHAKESPEARE

28 - 29 GENNAIO 2012
Cavallerizza Reale - Maneggio
Via Verdi, 9

Torino
REGIA E ADATTAMENTO  Elena Cortese
LUCI      Pietro Striano
SCENE Elisa Perrone
MUSICHE (composte e suonate dal vivo)  Gilson Silveira e il Comunicato Samba
COSTUMI  Daniela Rostirolla
VIDEO  Fabrizio Luzzo, Roberto Franco, Luca Albano
GRAFICA  Antonio Strollo

Personaggi e interpreti in ordine di apparizione

RICCARDO  Lorenzo Audisio
LADY ANNA  Giulia Aragno
CLARENCE  Roberto Carelli
HASTINGS  Antonio Strollo
BUCKINGHAM  Roberto Briatta
REGINA ELISABETTA  Serena Inturri
MARGHERITA  Susanna Gianandrea
SICARI  Gianpiero Fusco e Chiara Fogliani
RE EDOARDO  Angelo Rubatto
SINDACO  Umberto Biagini
TYRCLIFF  Rita Sacchetti
RICHMOND  Antonio Cardinali
                                                                                                                                                 
RICCARDO III E LA SUA ULTIMA PARTITA A SCACCHI di Elena Cortese

Riccardo III rappresenta dal punto di vista registico una bella sfida ed è, oggi, una personale ricerca di stimoli attraverso nuovi linguaggi "assaggiati" lo scorso anno per lo spettacolo dedicato a Giulia di Barolo.
A questa produzione hanno lavorato 30 persone, difficile da credere oggi, a dimostrazione che niente e nessuno possono fermare la creatività e le emozioni che ancora ci arrivano da questi grandi testi.

Riccardo gioca. Gioca nella sua vita con la vita ed i destini degli altri.
Il gioco diventa il primo motore. E qual è il gioco tradizionale più violento che prevede una precisa gerarchia? Il gioco degli scacchi.
Ecco che si apre davanti a noi una nuova dimensione, la scacchiera, con le sue posizioni e i suoi ruoli precisi. Una corte, il Re, la Regina, gli amici della corona e i suoi nemici, i nuovi pretendenti alla corona.
Ma Riccardo in quale ruolo gioca?
Riccardo è l'artefice del gioco, il manovratore, colui che muove i pezzi e gioca una partita a scacchi sfidando anche se stesso.
Ogni avvenimento all'interno della storia è da lui premeditato, organizzato e studiato nei minimi dettagli. Lui apre i giochi prevedendo già le mosse in risposta alle sue aperture.

A spettacolarizzare il tutto la musica dal vivo con Gilson Silveira e il Comunicato Samba ed una forte componente visiva, anche cinematografica grazie a Fabrizio Luzzo, che accompagneranno lo spettatore in questo viaggio nella mente del tiranno.

Si ringrazia per la collaborazione il COMUNE DI CINAGLIO (AT) che ci ha permesso di girare in video alcune scene dello spettacolo nel bellissimo Monastero della cittadina.

https://fbcdn-video-a.akamaihd.net/cfs-ak-ash4/345504/59/3003627938552_24198.mp4?oh=84611ba80aaab9ea72a2646f5caca78d&oe=4F0ED700&__gda__=1326372608_61a547d3c6f11677458bffb1a321a8fa

Orari spettacoli
Sabato 28 gennaio 2012 - ore 20:45
Domenica 29 gennaio 2012 - ore 15:30
ingresso 10,00 € - posto unico non numerato

Info e prenotazioni
Libreria Fenice - Via Porta Palatina 2 - tel. 011 4362689
La Biglietteria - Via XX Settembre 68/H - tel. 011 543534
info@artistiassociatipaolotrenta.org

Con la collaborazione dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Torino



martedì 17 gennaio 2012

Na Tazzulella 'E Cafe'




Domenica siamo andati, io e la mia dolce metà, a fare visita ad una squisita signora di 90 anni, la classica nonna che profuma di sapone.
Ovviamente voleva offrirci l'immancabile tazzina di caffè, offerta che abbiamo rifiutato avendo fatto colazione 10 minuti prima e abbiamo accettato un succo di frutta, durante la nostra visita ripetutamente ci ha richiesto se veramente non lo volevamo il caffè e questo mi ha fatto riflettere.
Io sono napoletana anche se vivo a Torino fino dalla nascita, le mie radici e i miei ricordi sono pieni di tazze di caffe forte e ristretto, da chiunque si andasse ti veniva offerto un goccetto di caffe, zuccherato già nella macchinetta, crescendo ho preso l'abbitudine di bere il caffè, come tante altre cose, amaro per cui devo sempre ripetere a tutti di toglierla prima la mia tazzina, vi sembrerà una cosa banale ma vi assicuro che per un napoletano non lo è.
Il caffè però è un simbolo di tutta l'Italia, gli italiani sono cultori del caffè e ogni uno ha la sua idea di come debba essere, non per niente imperversano le barzellette sugli italiani e il loro caffè.
Esistono molte leggende sull'origine del caffè la più conosciuta dice che un pastore chiamato Kaldi portava a pascolare le capre in Etiopia. Un giorno queste incontrando una pianta di caffè cominciarono a mangiare le bacche e a masticare le foglie.
Arrivata la notte le capre anziché dormire si misero a vagabondare con energia e vivacità mai espressa fino ad allora. Vedendo questo il pastore ne individuò la ragione e abbrustolì i semi della pianta mangiati dal suo gregge, poi le macinò e ne fece un'infusione, ottenendo il caffè.
Un'altra leggenda ha come protagonista il profeta Maometto, che sentendosi male, ebbe un giorno la visione dell'Arcangelo Gabriele che gli offrì una pozione nera(come la Sacra Pietra della Mecca) creata da Allah che gli permise di riprendersi e tornare in forze.
Esiste anche una leggenda che narra di un incendio in Abissinia di piante selvatiche di caffè che diffuse nell'aria il suo fumo per chilometri e chilometri di distanza.

Per i suoi rapporti commerciali in Vicino Oriente, Venezia fu la prima a far uso del caffè in Italia, forse fin dal XVI secolo; ma le prime botteghe del caffè furono aperte solo nel 1645 da allora il caffè ha ricoperto una parte importante delle nostre tradizioni e della nostra cultura diventando insostituibile, rifiutare il caffè è quasi come rifiutare l'ospitalità della casa che ti accoglie.
Spero che la nostra nonnina non ci sia rimasta troppo male buon caffè a tutti.

.

 

giovedì 12 gennaio 2012

*Rosarno, due anni dopo*





Sabato 14 gennaio 2012 dalle 15*
in via Nizza 230 (di fronte a Eataly) e via Livorno 51 (di fronte Iper Coop)

*Rosarno, due anni dopo*
Giornata di sostegno alla resistenza contadina e bracciantile

A due anni dalle rivolte a Rosarno, in Calabria, *sabato 14 gennaio
2012, dalle 15 alle 19, ARI Piemonte, Ong M.A.I.S., Equosud, Csoa Gabrio
*saranno in via Nizza 230, di fronte a Eataly, e in via Livorno 51, di
fronte all'Iper Coop) per dare visibilità alla *Campagna "SOS Rosarno"*
nella distribuzione diretta di agrumi provenienti da agricoltura
biologica e da aziende contadine della Piana di Gioia Tauro che assumono
i lavoratori migranti nel rispetto dei diritti sindacali e umani.
Sono disponibili 900 chilogrammi di arance in cassette da 10 chilogrammi
l'una a 1.20 euro al chilogrammo.

È comunque possibile ritirare anche quantità minori di arance
direttamente in piazza o la sera, durante la proiezione del documentario
presso il csoa Gabrio (via Revello 3).

*Alle 21, presso il csoa Gabrio (via Revello 3)* verrà proiettato il
documentario *"Les mandarins et les olives ne tombent pas du ciel"*
realizzato da Silvia Pérez-Vitoria.

http://www.mais.to.it/admin/newsletter/click.php?IDDestinatario=3717&IDAllegato=25

domenica 8 gennaio 2012

prossimo libro che leggerò


Amore come condivisione
lettera a d.jpg
André Gorz
Lettera a D. Storia di un amore
pp. 68, euro 9
Sellerio, 2008



Il venticinque settembre dello scorso anno, dopo aver letto della morte di André Gorz e di Dorine, non capii fino in fondo l’importanza che aveva avuto la moglie Dorine nella formazione culturale, politica e filosofica di Gorz.
Sono passati otto mesi da quel giorno e dopo aver letto Lettera a D. Storia di un amore, l’ultimo libro di Gorz, posso dire di aver colmato quella lacuna.
André Gorz e sua moglie Dorine si sono suicidati. Sono morti insieme come insieme erano vissuti.
“Stai per compiere ottantadue anni. Sei rimpicciolita di sei centimetri, non pesi che quarantacinque chili e sei sempre bella, elegante e desiderabile. Sono cinquantotto anni che viviamo insieme e ti amo più che mai. Porto di nuovo in fondo al petto un vuoto divorante che solo il calore del tuo corpo contro il mio riempie”.
L’incipit di questo straordinario libro che è appunto Lettera a D., offre la prima delle tre possibili chiavi di lettura che potremmo chiamare della condizione amorosa.
Gorz ci fa quasi sentire quei crampi che solcano lo stomaco quando siamo innamorati, quando il respiro si fa affannoso e il mondo attorno a noi non esiste più. Quando l’unica cosa che ci acquieta e stringere le sue mani e perdersi nei suoi occhi.
“La precisione che ho conservato dei ricordi mi dice a che punto ti amassi, a che punto ci amassimo”.Scrive Gorz ripercorrendo a ritroso la sua vita di coppia, come alla riscoperta di una mappa dei luoghi che è anche la traccia del loro passaggio. E quando Dorine prova a rintuzzare André soprattutto sulla sua riottosità al matrimonio e comunque all’ufficializzazione del loro rapporto ed esplicita fino in fondo il suo pensiero, “Noi saremo ciò che faremo insieme”, Gorz non può che ammettere ed ammirare, anche se a posteriori, la grandezza della sua compagna: “Era quasi Sartre”, scriverà.
Lettera a D. è innanzitutto una lettera d’amore ma è anche un monito per tutti noi. Un monito a non “rimandare l’esistenza a dopo”. A saper guardare con occhi nuovi ogni giorno ciò e chi ci circonda, a non lasciare nulla d’intentato sulla strada dell’amore. All’amore inteso come condivisione.
“Ho avuto molte difficoltà con l’amore perché è impossibile spiegare filosoficamente perché si ama e si vuole essere amati da una tale persona precisa con l’esclusione di tutte le altre”.
Domande alle quali non sa rispondere quando nel pieno della sua produzione creativo-filosifica-culturale e tutto concentrato su se stesso e che invece trovano una piena soddisfazione nel suo (ri)pensare all’amore e al gusto che noi avevamo dei nostri corpi non dimenticando la lezione di Sartre che l’anima è il corpo.
“È così: la passione amorosa è una maniera di entrare in sintonia con l’altro, anima e corpo, e soltanto con lui o lei. Siamo al di qua e al di là della filosofia”.
E quando tutto ciò diviene chiaro, André è consapevole che la sua esistenza e quella di Dorine sono ad una svolta. “Mi sono detto che alla fine dovevamo vivere il nostro presente invece di proiettarci sempre nell’avvenire”.
La seconda chiave di lettura potremmo chiamarla della letteratura.
“Lo scopo primo dello scrittore non è ciò che egli scrive. Il suo bisogno primo è di scrivere. Scrivere, cioè assentarsi dal mondo e da se stesso per farne, eventualmente, materia di elaborazioni letterarie. E solo secondariamente che si pone la questione del soggetto trattato”. Questo è quello che distingue uno scrivente da uno scrittore e sempre a proposito della scrittura continua così, “Cosciente che, quando tutto sarà stato detto, tutto resta ancora da dire, tutto resterà ancora sempre da dire, in altre parole: è il dire che importa, non il detto. Ciò che avevo scritto mi interessava molto  meno di quello che avrei potuto scrivere in seguito”.
Un pensiero che è anche una speranza: credere nella potenza della parola e credere nel futuro.
La terza chiave di lettura si potrebbe definire della condizione sociale e della politica. In realtà in tutta la scrittura di Gorz si respira politica e tensione verso il cambiamento.
“Il soggiorno negli Stati Uniti ha contribuito a far evolvere i nostri centri d’interesse. Mi ha aiutato a capire che le forme e gli obiettivi classici della lotta di classe non possono cambiare la società, che la lotta sindacale dovrebbe spostarsi su nuovi terreni”.
Un mondo che si può cambiare a condizione che si cambino, ancora una volta, gli occhi con cui si guarda il mondo.
La struttura olistica della lettera ci riporta al punto in cui è iniziato il nostro viaggio. Adesso però Dorine non sta per compiere ottantadue anni ma li ha appena compiuti e l’epilogo in realtà non è altro che, seguendo il filo dei ragionamenti di James Joyce, un’epifania e insieme una rivelazione.
“Ciascuno di noi vorrebbe non sopravvivere alla morte dell’altro. Ci siamo spesso detti che se, per assurdo, avessimo una seconda vita, vorremmo trascorrerla insieme”.
Un ultimo grande regalo questo che ci lasciano André Gorz e Dorine. Una gemma da custodire in uno scrigno tra le cose più preziose che abbiamo.



Variante tiramisù

Ieri, su radio capital trasmettevano le repliche di diverse trasmissioni, le più belle dell'anno che è appena trascorso e tra tutte non poteva non attirare la mia attenzione una delle ricette di  Sergio Maria Teutonico,  il nostro raccontava che attraverso uno dei suoi siti era riuscito a raccogliere, grazie all'attiva partecipazione degli utenti, un numero enorme di ricette di tiramisù, le varianti più diverse e più estrose. Io vi ripropongo quella che ho sentito ieri da lui, resto dell'idea che il vero tiramisù sia con i savoiardi e senza panna ma si possono fare tantissimi ottimi dolci con la crema al mascarpone per cui perchè privarcene.

La ricetta è così come l'ha detta lui per cui bisogna poi aggiustare le dosi a seconda di quanto dolce si vuole ottenere.
gnam gnam

Ingredienti:
pan di spagna
100 gr di mascarpone
20 gr di panna
1 tuorlo d'uovo
50 gr di zucchero
1 pera croccante 

procedimento:
tagliare a fette il pan di spagna e farlo leggermente asciugare in forno;
tagliare a cubetti la pera e saltarla in padella con dello zucchero;
lavorare il mascarpone con la panna e aggiungervi il tuorlo a cui abbiamo aggiunto lo zucchero;

incorporare alla crema ottenuta la pera e iniziare a comporre un numero di strati di dolce a piacere, crema più pan di spagna e così via.
guarnire lo strato finale con cubetti di pera invece del classico cacao.


martedì 3 gennaio 2012

Cenone di Capodanno

Anche quest'anno con gli amici abbiamo organizzato uno splendido cenone di capodanno.
Lo spirito ogni uno porta qualcosa ha aumentato le potenzialità di tutti, permettendoci di concentrarci su un unico piatto ma realizzato a regola d'arte.
Abbiamo iniziato con un aperitivo ricco di salumi e formaggi squisiti accompagnati da verdure sott'olio tutte preparate in casa il tutto accompagnato da focaccia morbida e fragrante.
Ultimo ma non per importanza, un'antipasto caldo , croissant salati ripieni di pancetta e un cuore di gambero. Il connubio tra i due è assolutamente delicato una scoperta invitante e stuzzicante.
Un unico primo ma che primo! Tortiglioni conditi con sugo di salsiccia toscana.
Per secondo filetto in crosta, un ottimo filetto rosolato in modo che restasse rosa nel cuore, ricoperto di crema di funghi e avvolto nel prosciutto crudo e poi nella pasta sfoglia, il tutto accompagnato con purè.
Non poteva mancare il cotechino con le lenticchie, giusto un assaggio perchè la tradizione non può essere dimenticata.
Il dolce, tiranisù secondo la ricetta tradizionale come piace a me.
Il vino?.... non poteva mancare e così è stato

La storia di Marta, appassionata allevatrice della valle Stura

Ecco una nuova storia di persone coraggiose che vanno sostenute


http://pascolovagante.wordpress.com/2011/04/27/dalla-bolivia-alla-valle-stura/