sabato 5 gennaio 2013

Resistere ad Ikea

Vi siete mai chiesti perché è così difficile uscire da Ikea senza aver acquistato nulla, neanche una piccola candelina?
Qual'è il loro segreto occulto per cui non si può resistere, me lo sono domandato centinaia di volte.
Ho sempre adorato andare all'Ikea in pausa pranzo, mangiare il loro semplice menu biologico e poter girare per i loro corridoi tranquillamente senza il caos, guardare le ambientazioni proposte dai loro arredatori e curiosare nell'area mercato; poi hanno trasferito il negozio in una sede più grande e più distante dal mio ufficio e le mie frequentazioni sono diminuite drasticamente, ma quando riesco ad andarci subisco sempre il loro fascino.
Giro per i corridoi e vengo sommersa da migliaia di imput, mi sembra che improvvisamente tutto mi serva, vedo una cosa e mi ricordo che avevo pensato di fare questo piuttosto che quello op di organizzare meglio l'armadio, il ripostiglio e così via a catena, se proprio non mi serve nulla esco di lì con un pacco di tovaglioli di carta.
Pazzesco ma vero, l'unico modo per arginare il fiume in piena di idee che mi esplodono in testa è andare lì con il mio compagno, in quel caso lui tira continuamente il freno a mano e dopo un paio di testa coda  capisco che non posso esagerare  altrimenti il suo accompagnarmi si ridurrà da una volta all'anno a zero.
Il cuore del loro segreto è l'organizzazione degli spazzi e la grande varietà di oggetti di diversa natura che sono in grado di offrirti, in questo modo le persone sanno che recandosi da loro saranno in grado di soddisfare le loro esigenze in una volta sola.
Ricordo che la prima volta che ho riflettuto sul perchè ikea abbia tanto successo è stato dopo avere visto un film al cineforum di Collegno. Il film in questione era ambientato in Svezia negli anni 70 e raccontava di come una fabbrica di cucine avesse commissionato uno studio sulle abitudini della popolazione per poter realizzare la cucina perfetta.
Per realizzare questo studio venivano reclutate delle famiglie e pagate per essere praticamente osservate, una persona si recava da loro per un mese, e dalla mattina alla sera restava letteralmente appollaiato su un seggiolone gigante ad annotare tutte le azioni che i componenti della famiglia compievano all'interno della cucina,  ovviamente gli era il divieto di avere qualsiasi relazione/interazione con la famiglia, il suo atteggiamento doveva restare neutro come l'occhio di una telecamera che ha la sola funzione di registrare il tutto.
Il film ovviamente aveva dei risvolti umani più complessi, ma ricordo di aver pensato al signor ikea, che faceva una cosa del genere per comprendere le reali esigenze delle persone.
Sarebbe interessante fare due chiacchere con il signor ikea e farsi raccontare come è nata l'idea di creare i suoi negozi, visto anche il loro impegno nel rispetto dell'ambiente.

Nessun commento:

Posta un commento